“Un esposto alla Consob nei confronti di Banca Popolare di Bari e di Banca Apulia. L’iniziativa è dell’associazione Avvocati dei consumatori guidata da Domenico Romito, che protegge gli interessi di un manipolo di piccoli risparmiatori. – Erano stati convinti ad acquistare azioni cosiddette illiquide tra cui figurano titoli di istituti di credito non quotati o polizze assicurative, ma che non riescono più a possedere il capitale versato. Non sono in grado di ottenere la restituzione del denaro anche nel momento in cui decidono di rinunciare a una parte delle risorse giacché per esempio l’assemblea di Popolare, alla fine di aprile, aveva stabilito di abbassare il valore delle quote: da 9,50 a 7,50 euro, una perdita del 20%. –
È il caso in cui inciampano i coniugi Novembrini. Il capofamiglia, Salvatore, ha 64 anni, di mestiere fa il cuoco e insieme con la moglie avevano destinato a questo investimento qualcosa come 40mila euro, «42mila, esattamente»: «È dal mese di agosto dell’anno scorso che cerchiamo di rientrare in possesso dei nostri soldi, ma non ci riusciamo» racconta la coppia, per metà arrabbiata e per metà avvilita. «A giugno 2015, quando ci siamo buttati in questa avventura, erano stati rassicuranti: “Non dovete preoccuparvi. Qualora aveste la necessità di dovere disporre delle somme impiegate, nel giro di trenta, al massimo novanta giorni, saremo nelle condizioni di soddisfare la vostra richiesta ».
Niente da fare, a quanto pare. Giusto ieri erano stati convocati da Bpb perché potesse essere trovata una possibile via di fuga. «Ci hanno fatto una proposta del tipo: vi concediamo un fido, all’1%. Vediamo, nel frattempo, se le azioni di cui volete disfarvi abbiamo la fortuna di venderle» fa sapere il signor Salvatore, che ha l’aria di avere più di un diavolo per capello: «Non solo non posso maneggiare i miei quattrini come meglio credo, ma dovrei addirittura indebitarmi nell’attesa che si compia il miracolo. Non so proprio come uscire da questa storia, che si sta trasformando in un incubo».
È più o meno quello che capita, dalle parti dell’Apulia, «a una signora di 86 anni» precisa l’avvocato Romito, che non vuole aggiungere nulla di più, «la privacy, innanzi tutto», ma che al di là dei componimenti bonari si convince ad impugnare la penna e a scrivere alla Commissione nazionale per le società e la Borsa, la cui attività si rivolge soprattutto alla tutela degli investitori. E che nel 2009 aveva emanato una comunicazione relativa ai doveri dell’intermediario nella distribuzione di prodotti finanziari “illiquidi”. Sono quelli che «determinano», per Consob, «ostacoli o limitazioni allo smobilizzo entro un lasso di tempo ragionevole».
La verità, spiega Romito, è che «c’è una scarsa trasparenza » da parte di chi spinge con ogni mezzo il risparmiatore ad acquisire titoli azionari: «Questo si rivela un fatto grave. Agire a tutti i costi, significa approfittare della debolezza dell’acquirente ». Romito poi, fa il punto della situazione: «Ci occupiamo di un’altra decina di vicende come quella dei Novembrini, che mi sembra la più eclatante ».
Dall’altra parte della barricata finanziaria, i diretti interessati si difendono, senza per questo avere la voglia di seminare il panico tra chi aveva messo da parte un gruzzolo, che adesso rischia di vedere andare in fumo. Fonti di Banca Popolare puntualizzano, per cominciare, che «il gruppo è solido» e che comunque «non ha mai messo in discussione la liquidazione di queste cifre». Quanto al prezzo delle azioni, scese a 7,50 euro, «si è trattato di una piccola svalutazione », visto che il 20% di passivo non può essere paragonato a quello registrato altrove, nel mondo bancario, pari al 60-80%. Peraltro la svalutazione «non l’abbiamo determinata noi, ma è stata resa indispensabile dopo che attraverso un decreto del governo siamo stati obbligati a diventare una società per azioni».
Da Banca Apulia chiariscono che «le nostre azioni si sono sempre vendute». Non adesso, tuttavia. Ma questo perché «non prima di domani, giovedì, ci sarà l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio. A distanza di una settimana dal giorno 5, riprenderà la vendita. A prezzi di mercato».
Intervista all’ Avv. Domenico Romito di Avvocati dei Consumatori a cura di Lello Parise in allegato.