La sfortunata (per i suoi clienti) storia di BPB si arricchisce di un nuovo capitolo: il protocollo di conciliazione.
Se ad un primo impatto sembra che finalmente la Banca tiri fuori la testa dalla sabbia e capisca che deve mettere mano al portafogli per risarcire i clienti , la speranza dura solo la lettura del testo.
L’accordo tra BPB e altre Associazioni (non AdC) è infatti l’ennesima dimostrazione che la Banca non voglia risolvere il problema alla radice ma continuare a preferire “effetti speciali” come gli oboli ai clienti che hanno perso tutto, i mutui di scopo a tassi agevolati o le cause all’Unione Europea.
La prima questione paradossale è l’ammontare del fondo destinato ai clienti-soci pari a 3,5 milioni di euro che considerando le varie opzioni di risarcimento puo’ oscillare tra i 100 e i 175 risparmiatori!
Non si tratta di una svista ma di una percentuale ridicola rispetto ai 70.000 azionisti e gli 899 milioni (solo considerando gli ultimi aumenti di capitale) che sono usciti dal sistema famiglie e piccole imprese per finanziare la Banca e pari allo 0,4%!
Ma nel merito la Banca supera sè stessa, valorizzando a 2,38 le azioni che non hanno mercato e riducendo fino al 30% il risarcimento nei casi di documentazione “totalmente assente o non sottoscritta dal cliente” ben sapendo che in tali casi non solo deve restituire tutto ma risarcire anche le spese sostenute.
AdC continua nella sua azione collettiva in difesa dei diritti dei risparmiatori.
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